Oggi non trovo le parole; so che sono da qualche parte, ma non riesco a raggiungerle.
D’altra parte, forse è meglio così, perchè il mio stato d’animo non va condiviso con nessuno.
Il mio solo medico è il Tempo, il Grande Guaritore; l’unico che ha la pazienza necessaria.
E, come una goccia che penetra in una caverna, ogni attimo che passa instilla su di me una concrezione che chiuderà tutte le mie ferite.
Mi ero fatta l’idea che, per aiutare Marco nella sua crescita emotiva, non avrei mai voluto dire cose come “Non piangere”.
Perchè il pianto è un’espressione dell’animo umano che deve essere libero ed accompagnato fino al conforto, ma mai represso.
Io vedevo nelle frasi come “Non piangere” qualcosa di repressivo e mi ero ripromessa di non usarle.
Tutte queste belle teorie si sono infrante una sera in cui Marco ha sbattuto cadendo, quindi è venuto da me per farsi abbracciare mentre piangeva e mi ha detto tra le lacrime:
Mamma, mi dici “Non piangere”?
Esattamente al contrario di quello che pensavo: lui trova un enorme conforto in quelle parole, tanto che, a volte, quando vuole un pò di coccole, fà finta di piangere perchè io gliele dica.
Ci sono altre cose che vuole sentire da me:
Mamma, mi dici “Ciao, chicco”?
Mamma, mi dici “Che hai fatto di bello”? (quando lo vado a prendere all’asilo)
ecc..
Lo so che non sarà sempre così, ad un certo punto anzi sarà tutto il contrario, e mi stupirà di nuovo.
…mi sta mettendo a dura prova: herpes, attacchi di panico, tempeste ormonali, sbalzi d’umore, insonnia…vabbè, niente di grave.
Intanto Bredde Pitte mi ruba gli occhiali…questi divi di Hollywood!