carla chi
Quattro anni!
February 24th, 2008

Abbiamo scoperto che strofinando i palloncini sulla lana si riesce a farli tenere attaccati al soffitto, allora abbiamo riempito il soffitto di palloncini.
Pensavamo che durante la festa (il 16 Febbraio) sarebbero caduti, invece sono rimasti lì fino al giorno dopo.
Avevo sentito le prime avvisaglie dal giorno prima ma ormai avevo cucinato i dolci, ordinato il salato e la torta, invitato una cinquantina di persone, tra adulti e bambini, mandato Andrea a fare la spesa; mi sono detta: niente mi impedirà di fare questa cazzo di festa!
Durante la festa ho sentito la febbre che si alzava, si alzava, ma ho tenuto duro ed è andato tutto bene.
Il giorno dopo si è ammalato anche Marco ed abbiamo passato una settimana inenarrabile. Adesso Marco è sotto antibiotico, io mi sono quasi ripresa, se non fosse per la sensazione di navigare sul mare, forse per questo la chiamano la Pacifica.
Non credo che domani Marco riuscirà ad andare all’asilo, mentre io devo riuscire ad andare al lavoro.
Avevo qualche senso di colpa però adesso posso dire che nessuno è rimasto contagiato durante la festa, per fortuna!

Tanti auguri, amore mio.

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Appunti sparsi
February 10th, 2008

Due bei libri:
“Mattatoio N° 5″, Kurt Vonnegut; vabbè, ormai si sa che è uno dei miei scrittori preferiti, e qui siamo al meglio.
“Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio”, Amara Lakhous; niente a che vedere con il primo, come spessore, però molto carino, e poi ci si ritrovano quegli androni romani, con quell’odore particolare, e l’umanità di Piazza Vittorio.

Un bel film:
“La lingua del santo”, l’ho beccato in tarda serata tempo fà, per puro caso, e non sono riuscita ad andare a dormire prima della fine.

Sul web:
20 awesome images found in Google Maps, via Maestro Alberto
3191, dopo “A year of mornings”, è iniziato “A year of evenings” (avevo fatto delle foto ispirate a questo sito ma non le ritrovo…boh)
Google Maps Nighttime, ma i giapponesi quanti sono?

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Pitture - figurativo
February 1st, 2008
un computer portatile animali
una prolunga una strada con le macchine
un camion dell’immondizia, si riconosce perchè ha due ruote dietro e una davanti una ruspa, si riconosce sul dietro il braccio e sul davanti due sedili ed il volante
uno spazzaneve un cane con i capelli (perchè tutti i cani hanno i capelli)
 
uno stuppalavandini (purtroppo ormai la dizione è stata corretta )
 
 
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Scanner photography
January 28th, 2008


Per iniziare con questa tecnica bisogna accertarsi che il vetro del piatto dello scanner sia ben pulito, senza aloni e senza polvere, altrimenti poi bisognerà passare molto tempo a ripulire la scansione (ad esempio con Photoshop).
Di solito io lo pulisco con un pò di detersivo per i vetri su uno straccetto, facendo attenzione a rimuovere bene i peletti che rilascia lo straccio.

Quindi posizionare sul vetro l’oggetto da scansionare; il coperchio dello scanner ovviamente va tenuto aperto per cui bisogna creare il buio nella stanza, abbassare le serrande e spegnere le luci; inoltre bisogna fare attenzione a tutte le fonti luminose vicine allo scanner, come ad esempio il monitor stesso che andrà girato in modo da non far comparire zone più chiare sullo sfondo.

A volte ho usato dei “trespoli” per tenere gli oggetti sopra al ripiano; ad esempio, per scansionare le corolle dei fiori, legavo uno spago allo stelo e poi lo fissavo con lo scotch ad un ripianetto che stava sopra lo scanner.
E’ molto importante che l’oggetto sia ben fermo e bisogna tenere presente che il fuoco dello scanner è sul piatto, per cui le zone che si vedono meglio sono quelle a contatto con il vetro.
In compenso le ombre vengono praticamente annullate dal fatto che la luce si muove ed è sempre a mezzogiorno.

In genere imposto la scansione a 1200 dpi, questo permette di avere un forte ingrandimento ma allo stesso tempo i file sono ancora “maneggevoli”, almeno per il mio pc.

Importo la scansione direttamente in Photoshop ed una volta impostato Visualizza->Pixel reali, navigo nella foto.
Questa parte non ve la descrivo ma vi invito a provarlo, una volta sola, facendo molta attenzione perchè dà assuefazione immediata.

Una domanda ricorre ogni volta che si parla di questa tecnica: è fotografia?

E questa è l’artista a cui mi sono ispirata: Katinka Matson.

Buon divertimento!

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Viaggio all’interno di un cavolo
January 25th, 2008






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